Quest’opera è molto più di una semplice immagine visiva — è un omaggio luminoso a una delle storie d’amore saffiche più iconiche del XX secolo.
Ispirata alla relazione stratificata e luminosa tra Virginia Woolf e Vita Sackville-West, questa composizione surreale intreccia i fili dell’amore, della creatività e della ribellione.
Chi erano Vita e Virginia?
Virginia Woolf è stata una delle scrittrici moderniste più influenti della letteratura inglese — nota per Mrs. Dalloway, To the Lighthouse e per il suo stile pionieristico in flusso di coscienza. Era sposata con Leonard Woolf, ma il suo mondo emotivo e creativo si espanse in modo straordinario quando incontrò Vita Sackville-West nel 1922.
Vita, poetessa e romanziera affermata, era carismatica, aristocratica e apertamente bisessuale. Sposata con il diplomatico Harold Nicolson (in quello che fu un matrimonio dichiaratamente aperto), portò un’energia passionale e terrena nella vita più introspettiva e fragile di Virginia.
La loro relazione — emotiva, romantica, intellettuale — è oggi una delle storie d’amore queer più documentate della storia letteraria.
Come si incontrarono Virginia Woolf e Vita Sackville-West?
Virginia e Vita si conobbero per la prima volta nel dicembre del 1922 durante una cena organizzata dal cognato di Virginia. All’epoca, Virginia era già una scrittrice modernista affermata nel circolo di Bloomsbury a Londra, rinomata per il suo intelletto e la sua introspezione. Vita, al contrario, era una romanziera e poetessa aristocratica e carismatica — apertamente bisessuale e sposata con Harold Nicolson in un matrimonio non monogamo.
Nonostante i temperamenti contrastanti — Virginia timida e cerebrale, Vita audace e mondana — l’attrazione tra loro era innegabile. Virginia scrisse che Vita “brilla nel negozio del droghiere a Sevenoaks”, suggerendo che persino il quotidiano veniva illuminato dalla sua presenza. La loro relazione iniziò con il flirt e si trasformò rapidamente in un legame emotivo e intellettuale profondo.
Un amore inciso nelle lettere
Nel corso di quasi due decenni, Virginia e Vita si scambiarono centinaia di lettere, alcune delle più intense e sentite della storia della letteratura. Le loro parole rivelano una relazione tenera e complessa — spesso romantica, talvolta sessuale, sempre fondata su un’ammirazione e un affetto reciproco profondissimi.
In una lettera del 1927, Vita scrisse:
“Sono ridotta a un essere che vuole Virginia. Ho composto una lettera meravigliosa per te durante le ore insonni dell’incubo notturno, ma tutto è svanito: mi manchi e basta.”
Virginia, da parte sua, trovava nella presenza di Vita sia ispirazione che fuga. La loro relazione ispirò uno dei romanzi più celebri di Woolf, Orlando (1928) — una dichiarazione d’amore giocosa e rivoluzionaria a Vita, in cui il protagonista cambia genere e vive per secoli. Woolf lo definì “una biografia che inizia nel 1500 e continua fino ai giorni nostri” — uno dei primi e più audaci testi queer del XX secolo.
Nella mia opera, si vedono due volti speculari — un richiamo alla dualità e al riflesso così spesso esplorati nei testi di Woolf.
Le viti luminose, i fiori e i simboli lunari evocano la fertilità creativa, la femminilità e l’intreccio psichico dei mondi interiori di queste due donne.
Realizzata in verdi al neon e blu profondi della notte, la composizione parla di luce e ombra — proprio come la loro relazione: parte realtà, parte sogno.